Una donna manager con il volontariato nel cuore: la Dott.ssa Patrizia Ravaioli
Patrizia Ravaioli

Una donna manager con il volontariato nel cuore: la Dottoressa Patrizia Ravaioli.

Quando parliamo di Lei si parla inevitabilmente di sociale. Prima la LILT, poi la Croce Rossa Italiana oggi Donne Leader in Sanità. Un caso o una particolare sensibilità verso questo settore?

“Nel mio percorso professionale le esperienze nel settore privato si intrecciano con quelle del settore pubblico, da cui deriva il mio impegno per la comunità per poi sfociare nel non profit, con un minimo comune denominatore: l’attività nel sociale con incarichi manageriali finalizzati al cambiamento e al miglioramento della società in cui viviamo. Il mio percorso nel sociale nasce nel 2006 in LILT, dove ho ricoperto il ruolo di direttore generale. Gli ultimi dieci anni sono stati un’esperienza professionale straordinaria avendo gestito prima il rilancio poi la privatizzazione della Croce Rossa Italiana, portando a compimento il progetto di riordino voluto dal Governo e al contempo scoprendo il meraviglioso mondo del volontariato. Donne Leader in Sanita è l’altra faccia del mio impegno per migliorare il mondo che non può non passare attraverso la parità di diritti per uomini e donne. Non mi piace vivere in una società dove mia figlia non abbia gli stessi diritti e le stesse chance di mio figlio. Per questo sono da sempre impegnata nelle tematiche di gender balance”.

In un momento difficile per tutti, provati da una pandemia che ci ha costretti a cambiare abitudini, modi di vita, quale potrà essere il ruolo della donna impegnata nella società ed in particolare della sanità?

“La missione che sento è di contribuire a fare della nostra società un mondo migliore per tutti noi e per coloro che verranno, partendo dall’Italia che auspico diventi un Paese più solidale e competitivo a livello internazionale, dando sostegno ai più deboli e forza ai giovani. L’emergenza Covid-19, dove in una prima fase le donne sono state quasi totalmente assenti ai vertici istituzionali, pur rappresentando quasi il 70% nel SSN, ha messo in evidenza che non basta la competenza femminile, ma che occorre la loro presenza ai vertici delle organizzazioni ed istituzioni. In Italia (dati SDA Bocconi 2019), le donne tra medici e odontoiatri sono il 44%. Ma scendono al 32,5% come direttori di Struttura Sanitaria e appena al 16,7% come direttori di Struttura Complessa. Nei processi di selezione agli incarichi di direttore generale in Piemonte, Sicilia e Lombardia, le donne candidate sono state rispettivamente il 17%, 15% e 25%. E quelle che alla fine hanno ottenuto l’incarico sono state il 12%, il 7% e il 5%. E’ quindi determinante partire dalla parità di accesso e di opportunità nell’educazione e nella formazione, con particolare riferimento alle materie scientifiche, per raggiungere la parità di condizioni nel mercato del lavoro ed eliminare il divario di genere”.

E il contributo che potrà fornire l’associazione che Lei presiede, Donne Leader in sanità, quale potrà essere?

“Favorire un cambiamento culturale con iniziative e progetti. In collaborazione con la LUISS Business School stiamo istituendo un Osservatorio per monitorare e favorire la parità di genere nelle organizzazioni pubbliche e private sanitarie in Italia, attuando programmi concreti per gli stakeholder. Inoltre, per evidenziare le “buone pratiche”, abbiamo istituito il Premio “LEADS”, per valorizzare associazioni, ovvero enti pubblici e privati che si siano distinti per azioni a favore della leadership al femminile e/o abbiano garantito la presenza in termini numerici di donne nei ruoli apicali. Prosegue inoltre la nostra Missione per promuovere la sottoscrizione del Manifesto, che abbiamo consegnato anche al Presidente Mattarella”.

Oggi lei è chiamata dalla Presidenza del Consiglio a dare un prezioso contributo in termini di Innovazione della PA. La Sua nomina a direttore generale di Formez PA significa che il mondo femminile porterà un ulteriore contributo nelle istituzioni? Si sente di anticiparci quali saranno i suoi primi “cento giorni” di governo di questa associazione?

“La mia avventura in Formez PA è iniziata solo da poco più circa un mese, è passato poco tempo ma abbastanza per capire che si tratta di una struttura straordinaria, ricca di competenze, e che sicuramente nell’affiancamento delle PA nell’attuazione del PNNR, nell’assistenza tecnica e nel reclutamento, può fare la differenza. Oggi gli investimenti previsti in Capacità Amministrativa della PA hanno determinato un’accelerazione dei processi innovativi e digitali che dovranno contribuire a favorire la ripresa e la resilienza. Il Ministro Brunetta ha affermato che è in corso una “rivoluzione gentile”, bene, uno strumento “rivoluzionario” per l’innovazione della PA può senza dubbio essere il Formez che sono onorata di dirigere. Spero che la mia esperienza cross tra pubblico e privato mi consenta, se non di fare la differenza, di dare il mio contributo in una logica di squadra con tutte le persone che vi operano”.