Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini e del Caar (il Centro agroalimentare riminese) ha tutte le carte in regola per parlare di turismo a 360 gradi. E di una stagione “sulla quale tutti riversiamo grandi aspettative”.
Insomma “questa estate 2024 è partita un po’ così, con il meteo che ha frenato maggio e l’inizio di giugno, ma le previsioni restano ottime anche perché, nonostante il meteo, grazie a RiminiWellness il mese di maggio ha fatto registrare un record storico di presenze. Insomma: dobbiamo essere contenti”.
È l’effetto destagionalizzazione, bellezza. Verrebbe da dire. Inseguita per decenni, fenomeno di cui tutti parlano da sempre, qui e adesso questo mantra è entrato nell’età della maturità…
“Ricordo che negli anni ’70 c’erano le fiere con i cantanti, o poco più, nel primo padiglione di via della Fiera. Poi qualcuno, molto lungimirante, ha iniziato a pensare che questa era la vera strada da perseguire per allungare la stagione, per fare turismo 12 mesi all’anno. Un’intuizione che ci ha portato oggi ad avere una delle Fiere più importanti a livello Europeo ed un Palacongressi che tutti ci invidiano, non solo in Italia. E gli effetti sull’economia si vedono. La destagionalizzazione, oggi è realtà. Indietro non si torna. Certo c’è qualche nota dolente…”.
Presidente, suvvia, non vorrà cominciare con le lamentele…
“No, per carità. Però devo constatare che mentre a tutti i livelli si fanno grandi sforzi per rendere attrattiva la nostra location, non va di pari passo lo sviluppo di strutture fondamentali come l’aeroporto. Già, perché lo sviluppo di una serie di rotte internazionali oltre ad almeno un collegamento costante con un grande hub, che sia Roma, Parigi o Francoforte, garantirebbe un plus di cui beneficerebbe l’intero sistema”.
Lei però da presidente del Caar un grande risultato l’ha ottenuto ugualmente portando a Rimini la prossima edizione del World Union of Wholesale Markets, che si terrà al Palas dal 30 ottobre al primo novembre: un evento che porterà al Palacongressi stakeholder da tutto il mondo.
“Qualcuno, come battuta, mi ha detto che è più facile andare da Bangkok a Parigi che da Parigi a Rimini. Ma poi è andato tutto bene e la nostra candidatura ha avuto successo nonostante in pochi all’inizio ci avessero creduto. A parte me e la struttura del Caar, credo che solo il sindaco e i vertici del Palas ci avrebbero scommesso. Adesso Rimini si inserisce fra Abu Dhabi e Bangkok, che hanno organizzato le ultime due edizioni, e Johannesburg e Chicago che si sono aggiudicate le prossime due. Rimini è lì, un puntino in mezzo a questi colossi. Non possiamo che esserne fieri”.
A questo punto ci deve raccontare il segreto: come ha fatto a convincerli?
“Rimini ha subito riscosso simpatia nel Bureau grazie a Fellini, ai ricordi della Dolce Vita e, soprattutto fra gli europei, ai ricordi e al fascino degli anni d’oro del turismo. Poi, da non sottovalutare, c’è stato il grande traino che in questo momento ha il turismo delle origini. Questa suggestione porterà a Rimini tantissimi operatori in particolare dal Sud America che poi allungheranno la loro permanenza con un viaggio alla scoperta dell’Italia delle loro origini. La qualità assoluta delle nostre strutture ha fatto il resto”.
Per non dire che omettiamo, resta il tema dei collegamenti fra Rimini e il resto del mondo.
“È un tema oggettivo. Già l’ex presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, a suo tempo, lo aveva segnalato. Vedo però che su quella linea ci si sta muovendo molto. Oltre alle rotte aeree penso al lavoro di studio per il nuovo casello Fiera dell’autostrada A14 e all’incremento dell’alta velocità ferroviaria. A questo, a parere mio, va aggiunto infine il tema della riqualificazione dell’attività ricettiva, che deve crescere di pari passo con la grande qualità che esprimono Fiera e Palas. Gli imprenditori disponibili a fare la loro parte ci sono, vanno messi nelle condizioni di realizzare strutture adeguate alla nuova realtà economica riminese e alle sue ambizioni”.
Visto che siamo in estate, e che l’estate porta con sé immancabilmente i ricordi di una Riviera che ha vissuto anni d’oro fra locali da ballo e discoteche, conoscendo il suo interesse per il settore, oggi si balla ancora?
“Io credo che il ruolo di discoteche e locali da ballo per arricchire l’offerta turistica sia tutt’altro che superato. Qui, e non racconto qualcosa di lontano nel tempo, c’erano le discoteche più belle del mondo. In tanti le ricordano ancora. Qui per decenni sono nate le mode e le tendenze. Con l’andare degli anni, e non mi interessa analizzare le colpe, c’è stato un decadimento di questa offerta. Devo però dire che quest’estate stiamo assistendo ad una bella ripartenza. Ci sono locali nuovi, capaci di fare tendenza, e c’è la possibilità di richiamare un popolo di turisti con alta capacità di spesa che scelgono i luoghi in cui divertirsi. Del resto una concentrazione di locali di altissimo livello come quella che c’è da noi non si trova altrove… Da parte mia, poi, mi preme sottolineare con forza che i giovani sono il futuro. Grazie a loro c’è un futuro. Gli enti locali sono ben disposti verso questo prodotto. Serve solo un po’ di tolleranza”.