Nando Pagnoncelli

Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia: le sfide delle aziende dalle parole ai fatti

La sensibilità degli italiani nei confronti dello sviluppo sostenibile non è stata intaccata dalle preoccupazioni legate alla pandemia da Covid-19. Anzi. Pur di fronte ad una situazione di peggioramento del clima sociale prodotto dalla seconda ondata di contagi è continuata a crescere una propensione nei confronti della sostenibilità che incide anche nelle scelte di acquisto.

Lo ha sottolineato Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos Italia, nel corso dell’incontro su Imprese e finanza per lo sviluppo sostenibile promosso da ASviS e Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo durante la manifestazione di IEG.

Pagnoncelli, quali sono i driver che spingono questa crescita?

«E’ una crescita costante spinta da tre driver il tema etico, legato al rispetto dell’ambiente e delle persone; la paura dei cambiamenti climatici, che spingono il consumatore a cercare di limitare il proprio impatto negativo sul pianeta; e infine la questione della qualità dei prodotti».

In parole povere i consumatori oggi più che in passato ritengono che un prodotto “sostenibile” sia di qualità superiore rispetto agli altri.

«Oggi i cittadini riconoscono alla sostenibilità un’importanza determinante per la crescita futura e tre su quattro pensano che il problema del cambiamento climatico sia una crisi grave tanto quanto quella del Covid. E’ cresciuta infatti la consapevolezza che l’attività umana è causa del cambiamento climatico. Una assunzione di responsabilità che non era così marcata in passato».

Le prime tre questioni ambientali per gli italiani sono: il riscaldamento globale e il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico e la gestione della quantità di rifiuti che ciascuno di noi produce. Da qui derivano poi le implicazioni politiche di questa marcata sensibilità: al governo si chiede infatti di dare priorità alle azioni legate al cambiamento climatico in vista della ripresa del dopo Covid. E da questo punto di vista i fondi del recovery fund vengono considerati una buona e ottima occasione per il rilancio “green” dell’economia, in linea con quanto promuove la stessa Unione Europea. Il 72% degli italiani pensa infatti che sia importante che gli oltre 200 miliardi messi a disposizione dell’Italia per il recovery fund vengano impegnati per un rilancio dell’economia all’insegna della circolarità, della sostenibilità e della lotta al cambiamento climatico.

Temi sui quali anche le aziende dimostrano attenzione e consapevolezza. Ipsos ha intervistato nei mesi scorsi oltre 200 top manager di grandi aziende che confermano come la strada della sostenibilità sia in cima alle loro priorità, anche se c’è ancora strada da fare, soprattutto sul fronte delle PMI.

«Il 60% delle imprese intervistate dichiarano di fare già investimenti in sostenibilità. Ma dal lato dei consumatori è ancora difficile riconoscere le aziende responsabili: lo dice il 67% degli italiani»

Ed è questa, oggi, la sfida per le aziende: passare dalle parole ai fatti, offrendo prodotti e servizi sostenibili, prestando attenzione alla supply chain, impegnandosi con obiettivi misurabili e infine promuovendo anche in azienda comportamenti sostenibili. In una parola essere credibili. I consumatori e gli investitori oggi chiedono alle aziende maggiore chiarezza e soprattutto coerenza tra le azioni proclamate e quelle realmente messe in atto. Fatto ciò sono ben disposti a premiare quei prodotti e aziende che dimostrino il loro impegno a favore della terra, per la circolarità e la riduzione dell’inquinamento.