Alessandra Astolfi

400 aziende, 150 convegni, 500 ore di eventi per la digital edition di Ecomondo 2020. Ce ne parla Alessandra Astolfi, Group Brand Manager Green Technologies Division di Italian Exhibition Group

Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 ottobre scorso anche le fiere hanno dovuto chiudere i saloni alla presenza fisica di espositori e visitatori. Come ha reagito alla notizia IEG- Italian Exhibition Group alla vigilia dell’apertura di Ecomondo e Key Energy, i due saloni dedicati all’economia circolare e alle energie rinnovabili?

«Come ha detto il nostro presidente, Lorenzo Cagnoni, in occasione dell’opening – racconta Alessandra Astolfi, group brand manager Green Technologies Division di IEG – ci siamo rimboccati le maniche: mentre erano già a buon punto gli allestimenti degli stand e dei padiglioni, grazie a una squadra di colleghi straordinaria, dai commerciali, all’operation, al marketing, all’IT, al digital, alla comunicazione, ai servizi amministrativi, abbiamo dematerializzato completamente la manifestazione trasferendo sulla piattaforma digitale oltre 400 aziende e quasi 150 convegni per un totale di 500 ore di eventi. Uno sforzo non irrilevante ma se la pandemia va tenuta sotto controllo è anche vero che la transizione verso l’economia green non si ferma. E noi di Italian Exhibition Group che grazie ad una esperienza maturata in oltre vent’anni siamo un punto di riferimento per l’innovazione tecnologica e industriale nell’economia verde siamo comunque scesi in campo».

Qual è il tema chiave di questa “edizione straordinaria” di Ecomondo?

«E’ il Green Deal, il documento di politica economica e ambientale presentato dalla Commissione Europea nel dicembre del 2019. Un documento con un obiettivo ambizioso, rendere l’Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050 attraverso una radicale trasformazione del nostro sistema industriale. Quello stesso sistema industriale che ogni anno si ritrova a Rimini per presentare le eccellenze e le best practices. Ecomondo è senza ombra di dubbio un evento di riferimento in Europa per l’innovazione tecnologica e industriale nell’economia verde. Una fiera internazionale che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare: dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile».

Che ruolo hanno i Comitati scientifici nel progettare e sviluppare i due saloni di IEG?

«I due comitati scientifici di Ecomondo e Key Energy, guidati rispettivamente dai professori Fabio Fava e Gianni Silvestrini hanno un ruolo determinante nel successo della nostra manifestazione: condividono le migliori eccellenze industriali e di cooperazione internazionale, illustrano lo stato dell’arte sulla ricerca e l’innovazione, guidano le imprese attraverso gli aspetti normativi e di policy nel quadro delle direttive nazionali e internazionali. Stabiliscono inoltre una rete di relazioni ricchissima e funzionale con la Commissione Europea, l’Ocse, le Nazioni Unite, e tutti gli organismi e associazioni in cui si incontra il mondo dell’industria, della ricerca e innovazione».

In occasione della cerimonia di apertura si è sentito ripetere dal ministro degli esteri Luigi di Maio piuttosto che da quello dell’ambiente Sergio Costa che l’Italia è un paese all’avanguardia nelle tecnologie green. Un segnale incoraggiante per la nostra economia duramente colpita dagli effetti della pandemia?

«Quello IEG vede dal suo osservatorio privilegiato di Ecomondo e Key Energy, è che se l’Italia mantiene l’indice complessivo di circolarità più alto in Europa, lo deve anche alla sua capacità tecnologica e industriale. E se il Governo ha posto tra gli obiettivi economico-sociali di lungo termine un aumento del tasso di occupazione di almeno 10 punti percentuali è chiaro a tutti che è grazie all’economia verde se si possono raggiungere questi risultati. Non a caso tra gli assi della crescita indicati dalla Commissione Europa alla transizione climatica è destinato il 37% dei progetti da finanziare».