“Il tessuto industriale della Romagna continua a dimostrarsi solido. L’indagine congiunturale realizzata dal centro studi di Confindustria Romagna e riferita ai consuntivi del primo semestre 2022 e previsioni secondo semestre 2022, evidenzia una tenuta da parte delle aziende. Ma anche una preoccupazione dovuta a diversi fattori, come l’aumento del costo dell’energia, l’aumento del costo delle materie prime e la difficoltà di reperirle, la guerra in Ucraina, a cui si aggiunge ora la caduta del Governo e la preoccupazione per l’eventuale ritorno dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19”. Cosi Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, sintetizza lo stato del comparto manifatturiero alla luce dell’attuale fase congiunturale.
Roberto Bozzi: “Il tessuto industriale della Romagna continua a dimostrarsi solido”
Secondo Bozzi nel primo semestre del 2022, la produzione è aumentata del 10%, il fatturato totale del 12,1%, quello interno del 10,7% e quello estero del 13,2%. “Bene anche gli ordini dall’estero, che segnano un + 59,6%”.
“Nel promo semestre 2022, la produzione è aumentata del 10%. Gli ordini dall’estero del 59,6%”
E per quanto riguarda l’occupazione?
“Anche qui abbiamo un segnale positivo, con un aumento dei livelli occupazionali nel periodo del 2,4%. Ma occorre segnalare che persistono le difficoltà da parte delle imprese nel reperire figure professionali adeguate alle proprie esigenze. Si pensi che per il 43,6% tali difficoltà vengono considerate addirittura molto elevate”.
“La produzione viene prevista in aumento da oltre l’85% delle imprese”
Cosa vi aspettate per il futuro e per la seconda parte dell’anno?
“Per quanto riguarda le previsioni per il secondo semestre 2022, la produzione viene prevista in aumento dalla larga maggioranza delle imprese, oltre l’85%. Mentre per gli ordinativi, circa la metà delle imprese prevede un andamento stazionario, se non in aumento. In linea con questi dati anche le previsioni relative all’occupazione”.
Quali sono i comparti che hanno tenuto meglio e quali quelli in difficoltà?
“Come evidenziato anche dai dati camerali, tengono manifattura, costruzioni, servizi e turismo. Quelli più in difficoltà risultano essere i settori di alimentare, abbigliamento, legno e mobile”.
“Il tessuto tiene, ma occorre continuare a sostenere le aziende”
Cosa si sente di dire a fronte di questo scenario per rappresentare le esigenze del comparto industriale?
“Dall’inizio della pandemia siamo stati investiti da una serie di emergenze che le aziende continuano ad affrontare con determinazione e coraggio. Per ora il tessuto industriale continua a rimanere vitale, ma affinché ciò continui è fondamentale per le aziende essere sostenute. È determinante quindi, vista anche l’instabilità aperta dai recenti risvolti politici interni, creare tutte le opportunità utili a superare la crisi e creare le basi per il futuro. Ribadiamo che occorrono piani strategici e azioni concrete su tematiche portanti che andrebbero portate avanti con una linea comune”.
“Le fiere e IEG in particolare per il territorio, sono un valore aggiunto per lo sviluppo economico”
Quale contributo possono dare le fiere alla competitività del Made in Italy?
“Il contributo che le fiere possono dare alla competitività del Made in Italy è molto importante. L’operato di IEG, che rappresenta una delle infrastrutture più importanti del territorio della Romagna, ed è un valore aggiunto per lo sviluppo economico da diversi punti di vista, ne è la dimostrazione diretta. I grandi appuntamenti di richiamo internazionale nel programma di IEG e le varie azioni in chiave di internazionalizzazione per uno sviluppo sui mercati mondiali, con acquisizioni e partnership fatte in vari paesi, sono un contributo significativo anche alla valorizzazione e al riconoscimento del Made in Italy”.