Il Lawrence, alias Lorenzo Dardano, a Beer&Food Attraction 2023

È da ormai cinque anni la voce brassicola di Radiofreccia. Lorenzo Dardano, alias Il Lawrence, è riuscito a portare on air le sue principali passioni: i viaggi, la lettura, lo sport, ma soprattutto la musica rock e la birra e a dedicarci pure una rubrica: ‘Notizieinluppolo’, inserita all’interno del programma “Good Vibrations”, in cui è in onda dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 14. A Beer&Food Attraction quest’anno ha avuto il compito di presentare le premiazioni del concorso Birra dell’Anno di Unionbirrai. Gli abbiamo fatto qualche domanda a margine dell’evento.

“Il connubio giusto è tra birra e rock”

Che rapporto c’è tra la birra e la radio?

“Eh… il connubio giusto, per essere precisi, è tra la radio rock e la birra. Quando, alla fine del 2017, mi hanno proposto di fare l’ora di pranzo alla radio non ho avuto dubbi e mi son detto: ‘una radio rock non può non parlare di birra in quel momento della giornata. Inoltre, se ci fate caso, chi assiste a un concerto rock, difficilmente ha in mano un bicchiere d’acqua, di vino o di gin, ma sempre di birra!’ Quindi si trattava della collocazione giusta, anche per l’informalità e la giovialità che questa bevanda – e solo questa bevanda – sa esprimere”.

Qual è il tuo stile di birra preferito?

“Di sicuro preferisco gli stili più beverini, perché sono quelli che ti consentono di avvicinarti di più al pubblico. Da lì, poi è più facile far capire qualcosa in più a chi assaggia – ho fatto anch’io un corso di degustazione –. Quella però è una fase successiva, in cui magari il palato e l’olfatto sono un po’ più “educati”. Credo che bisogna partire dalle birre base, perché poi son quelle che ti consentono di approcciare meglio i nuovi birrifici”.

“Siamo bravi, ma dobbiamo farlo sapere di più”

Quello della birra artigianale è un fenomeno di comunicazione incredibile. Che passi sono stati fatti, in questi anni, e quali ancora devono essere percorsi?

“Di storie questo settore ne sa esprimere moltissime. Ma secondo me bisogna ‘sdoganarle’ ancora di più. Faccio una piccola, ma assolutamente costruttiva, critica al movimento birrario: se nei concorsi internazionali arriviamo a ridosso di nazioni nettamente più brassicole di noi come, ad esempio, il Belgio vuol dire che siamo bravi: il problema è che lo sanno ancora in pochi. È vero – cito un grande esponente del settore come Maurizio Maestrelli (giornalista, ndr) – che la ‘birra buona parla da sé’, ma occorre fare uno sforzo ulteriore nella comunicazione”.

Come sarà il futuro del settore?

“Bisognerà vedere come siamo usciti dalla pandemia, perché le statistiche precise ancora non le abbiamo. Di certo, il movimento si è ridimensionato un po’, c’è stato uno ‘schiaffo’ che ha costretto molti a cambiare l’approccio e, spero, a renderlo più imprenditoriale”.