Da sempre legato a un momento speciale, il gioiello diventa un oggetto sempre più personale allontanandosi dalla dimensione della relazione. Ad affermarlo Stephen Lussier, Executive Vice-President Consumer and Brands di De Beers Group, che ha delineato i trend emergenti a cui guardare per incontrare il gusto dei giovani consumatori. “Il concetto del lusso, che un tempo oltre alla qualità evocava esclusività e status sociale – ha affermato – oggi continua a parlare di qualità ma artigianale, deve ispirare inclusività ed esprimere una finalità sociale”. I nuovi consumatori anche nell’acquistare un gioiello vogliono sapere di contribuire a risolvere un problema, e non a crearlo.

Sulla sostenibilità si è soffermata Eleonora Rizzuto, Direttore Sviluppo Sostenibile di Bulgari & LVMH Italia, sottolineando come non si possa prescindere dalla coesistenza delle sue tre anime economica, sociale e ambientale. Un appello il suo a esplorare le sinergie che possono nascere lungo la filiera della produzione orafa-gioielliera, secondo un principio di economia circolare: “Immaginiamo un futuro fatto di ponti in grado di far dialogare industrie diverse. Un gioiello può portare per esempio collegamenti nel tessile o nel food del luogo in cui è prodotto. È un quadro di ottimismo, e l’unico in grado di farci vedere la nostra epoca in ottica di progresso”.

Per Isabella Traglio, Deputy Director General Vhernier, elemento chiave per realizzare un gioiello rilevante contemporaneo è la creatività, la capacità di sperimentare lasciandosi ispirare “da quanto succede intorno a noi, osservando il nostro cliente ma ancor più chi non lo è. Così si possono cogliere i trend che guidano le scelte delle nuove generazioni: “la multifunzionalità, la scelta non binary che interpreta la libertà di essere se stessi, la riconoscibilità”.

Da Claudio Marenzi, CEO di Herno S.p.A. e Presidente di Confindustria Moda, un invito a fare sistema e a puntare sulla sostenibilità. Ricordando la portata del sistema moda, che rappresenta il secondo settore  industriale manifatturiero italiano e in Europa il 44% dell’industria complessiva della moda e dell’accessorio, ha sottolineato come il Made in Italy conti numerosi esempi virtuosi che però non comunicano in maniera efficace. “È necessario ragionare assieme per creare prodotti di qualità. Puntiamo sul bello e ben fatto, su un’eccellenza inclusiva in cui il rapporto tra valore e oggetto deve essere durevole”.

Il nodo della sostenibilità e della trasparenza sono valori sempre più apprezzati e attesi dai giovani consumatori – come rimarcato da Ester Ligthart, Founder del blog Bizzita.com – per poi esplorare le sinergie strategiche con il mondo della moda – territorio ancora pressoché inesplorato dal mondo diamantifero.

Ash Allibhai, Fashion Director di ASBO Magazine  mette in luce invece il rapporto del diamante con la diversità, in particolare con il mondo LGBTQ+. Di fronte a un nuovo modo di amare e di dimostrare amore, sempre più fluido e resistente a forzati incasellamenti, anche il design di gioielli si slega dalle distinzioni di genere e diventa unisex, egalitario e inclusivo.

Un’apertura verso l’altro e l’attuale che, secondo Esther Ligthart, si traduce necessariamente in un’ottica “post-demografica e rivolta a tribù, più che a fasce d’età”, distaccandosi dal culto della perfezione, per abbracciare difetti e particolarità, elevandoli a caratteristiche individualizzanti e di valore. Il diamante del futuro, nelle parole del designer Tomasz Donocik, incarnerà infatti quattro parole chiave: “esperienza, design, unicità e individualità”.