Paolo Arrigoni, neo eletto Presidente del GSE - Gestore dei Servizi Energetici

I traguardi dell’efficientamento energetico e dello sviluppo delle rinnovabili. Il servizio di stoccaggio del gas e gli obiettivi del PNRR. L’attesa per la messa a punto delle comunità energetiche e il dialogo con le pubbliche amministrazioni, le imprese e gli utenti. E un fil rouge che intreccia queste tematiche rappresentato dagli ESG.

Si incastra in una fase storica cruciale per il tema dell’energia il nuovo incarico di Paolo Arrigoni, neo eletto presidente del GSE – Gestore dei Servizi Energetici, la società che fa da braccio operativo sul tema energetico del Ministero dell’economia e delle finanze.

Presidente Arrigoni, cosa significa oggi promuovere lo sviluppo sostenibile?

“Significa fissare dei traguardi agli obiettivi di decarbonizzazione. Il macro obiettivo è contrastare i cambiamenti climatici attraverso la riduzione a zero di emissione della CO2, quindi bisogna agire su diversi fronti. In primis attraverso l’efficientamento energetico, che in una scala gerarchica è l’obiettivo prioritario, riducendo i consumi a parità di servizio ancor prima di produrre nuova energia. Poi attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, nelle varie declinazioni. La missione del GSE, che sono stato chiamato a presiedere e a guidare con l’amministratore Vinicio Vigilante e gli altri membri del Cda con il supporto di tutta la struttura, è proprio quella di favorire la gestione nel modo più efficiente possibile dei meccanismi di incentivazione per perseguire i traguardi di efficientamento energetico e di sviluppo delle rinnovabili”.

Quali sono le responsabilità alle quali è chiamata a rispondere la nuova governance del GSE?

“In questo ultimo anno, caratterizzato dal caro energetico e dalla crisi energetica, al GSE sono stati affidati nuovi compiti importanti. Dall’energy e gas release alla gestione del servizio di riempimento in ultima istanza degli stoccaggi del gas, elemento di sicurezza energetica molto importante, fino alla ricerca legata alle ricariche della mobilità elettrica al fianco di Arera. Inoltre siamo chiamati ad attuare molte misure del PNRR, dall’agrivoltaico all’agrisolare, dal teleriscaldamento al biometano, e poi la promozione e lo sviluppo delle comunità energetiche.”

Il tema delle comunità energetiche sembra essere centrale in questa fase storica.

“C’è molta attesa attorno a questo tema. Quello legato alle comunità energetiche un progetto lanciato nel 2020 attraverso una norma sperimentale e ora stiamo attendendo da Bruxelles il via libera allo schema di decreto che il Ministero ha inviato. È uno dei compiti più importanti per il GSE e la nuova governance, e il successo passa attraverso il rafforzamento della collaborazione con le pubbliche amministrazioni, gli operatori privati e gli utenti. È un tema decisivo. La crisi energetica ha accelerato il cambio paradigma. È sufficiente pensare che oggi abbiamo oltre 1,2 milioni di impianti fotovoltaici, tutti interfacciati con il GSE.”

Volendo tastare il polso agli operatori e alle imprese nazionali della transizione energetica, qual è lo stato di salute dell’industry?

“Assolutamente positivo. Parliamo di un settore in grande fermento, all’avanguardia nel voler cogliere tutte le opportunità generate dalla crisi energetica e dal caro energia nata nel secondo semestre del 2021. Il nostro Paese ha confermato di essere flessibile e resiliente, di reagire nel modo più positivo possibile a questa crisi. Da un lato assistiamo alla nascita di nuove imprese, dall’altro quelle esistenti si stanno potenziando. Da parte di tutti gli operatori c’è il desiderio e la convinzione di poter cogliere tutte le opportunità. Il GSE, essendo braccio operativo del Governo, è dunque chiamato a rispondere nel modo più efficiente ed efficace.”