Un’idea semplice, ma geniale. Ad averla è stata Suzuki Marine che ha sviluppato Micro Plastic Collector il primo dispositivo al mondo di raccolta della microplastica, installabile sui suoi motori fuoribordo.
E’ evidenza condivisa che i rifiuti di plastica presenti in mare siano divenuti un problema ambientale drammatico: un’enorme quantità di plastiche che non sono state raccolte e smaltite correttamente, sono confluite negli oceani.
In estrema sintesi e semplificazione, una volta in mare, dopo lungo tempo, queste si scompongono in microplastiche e l’impatto sull’ecosistema è allarmante. Per affrontare questi problemi, gli ingegneri di Suzuki marine si sono concentrati sulla struttura del fuoribordo che, quando è in funzione, aspira e rimette in mare tonnellate di acqua. E’ stato quindi sviluppato un dispositivo di filtraggio e raccolta, che seleziona la microplastica, utilizzando proprio il sistema di ricircolo dell’acqua di raffreddamento.
Attraverso questo dispositivo, le microplastiche disciolte in mare possono dunque essere raccolte, semplicemente utilizzando la propria barca con il motore Suzuki. Così mentre navighiamo puliamo!
Il dispositivo può essere installato facilmente all’interno del sistema di raffreddamento del fuoribordo e non influisce sulle prestazioni del motore poiché impiega solo l’acqua che è già stata utilizzata per raffreddare il motore. Secondo quanto è emerso da una ricerca condotta in Giappone, fanno sapere da Suzuki Italia, tra le sostanze raccolte attraverso questo sistema di filtraggio sono stati trovati rilevanti depositi di microplastiche.
Suzuki Marine è da tempo impegnata sul fronte ambientale, dieci anni fa il lancio del progetto “Clean Ocean Project” per coordinare le proprie campagne ambientali per la pulizia di oceani, fiumi e laghi. Numerose sono state le iniziative da parte dei dipendenti e anche le strategie aziendali hanno visto azioni lodevoli. Una per tutti ricordiamo l’utilizzo della carta al posto della plastica per gli imballaggi dei motori, passando per un’ampia serie di interventi “ecologici” nelle sedi di lavoro.