“Deve essere accaduto qualcosa di magico nei cieli e nelle terre della Scozia, un Paese che da solo riesce a produrre un volume di scotch whisky maggiore di tutto il resto del mondo messo assieme”.

L’ipotesi lanciata da Claudio Riva non lascia spazio a dubbi. Riva, fondatore e presidente di Whisky Club Italia, ha raccontato la storia carica di segreti e misteri che rende lo scotch whisky scozzese il distillato più affascinante al mondo.

Dott. Riva, lei sostiene che deve essere accaduto qualcosa di magico in Scozia, principale produttore mondiale di whisky.

“Assolutamente. Esiste un luogo su questo pianeta dove tutti i requisiti per produrre lo scotch whisky si combinano in maniera eccezionalmente interessante. Questo posto è proprio la Scozia. Una nazione che è un piccolo francobollo sul planisfero, ma che riesce a produrne più di tutte le altre nazioni del mondo messe assieme. Qualcosa di magico è successo per forza”

Una sorta di alchimia tra elementi naturali?

“Esatto. È una combinazione tra acqua di qualità a basso residuo fisso è disponibile in misura infinita e un clima freddo e caratterizzato da poche escursioni di temperatura fra minima e massima. Una condizione che porta a maturazioni molto lunghe, vero segreto per dare vita a procedimenti chimici che danno allo scotch whisky il suo carattere di distillato più affascinante del pianeta“

Alti volumi di produzione non dovrebbero accompagnarsi a rapidità di produzione?

“Sì, sembra un controsenso perché una maturazione veloce consente un apporto maggiore di vaniglia della botte. In realtà, non si dà al distillato il tempo di affinarsi, per cui rimangono note piacevoli di pasticceria ma con tante asperità dovute alla sua base di distillato bianco che è ancora graffiante. La controindicazione delle lunghe maturazioni è che ogni anno l’1-2% del liquido viene perso per traspirazione attraverso il legno e la sua porosità. È quella che viene poeticamente definita “Angel share”, la parte degli angeli, ma che diventa magicamente il successo dello scotch whisky: il liquido scende dalla botte, la botte non viene ricolmata, entra l’aria del territorio, come ad esempio quella delle Highlands, che consente al distillato di acquisire note di pasticceria balsamica notevolmente diverse. Questo è il successo dello scotch whisky scozzese”

Claudio Riva, fondatore e presidente di Whisky Club Italia

E l’Italia è un mercato che riesce ad apprezzare questa caratteristica?

“In Italia si consuma poco ma si consuma bene. Fin dagli anni ’60 e ’70, il nostro paese è sempre stato focalizzato sulla parte interessante dello scotch whisky, che è quello di malto, contrariamente a stati come Francia e USA che da sempre privilegiano il brand. Dopo una fase critica, verso la fine degli anni ’80 la Scozia e i territori di produzione del scotch whisky sono tornati in prima pagina grazie a una maggiore valorizzazione del territorio e con la ricerca focalizzata sul prodotto storico e tradizionale. In Italia il successo del prodotto è crescente e lo stiamo vivendo ancora adesso. Un trend inarrestabile al punto da contaminare nuovi mercati sia come consumo che come occasioni di produzione”

E perché scegliere una manifestazione che ha come protagonista la birra per raccontare lo scotch whisky?

“Come ho già spiegato, come la birra anche lo scotch whisky nasce dai cereali e necessita di acqua di ottima qualità per essere prodotto. Poi lo scotch whisky prende un’altra strada, lo si fa fermentare, lo si distilla e viene fatto maturare e affinare in legno per tre anni, normalmente molto di più. Pertanto, il mondo del whisky è molto collegato al mondo della birra e Beer&Food Attraction è il luogo ideale per far arrivare il mio messaggio.”