Michele Ferrero, il papà della Nutella (e non solo), oltre che un grande imprenditore è stato, soprattutto, un grande innovatore. Proprio ricercando continuamente nuovi prodotti da offrire al pubblico è riuscito a creare quella che, forse, è l’unica vera multinazionale italiana.
E tutto era partito dalla pasticceria che i genitori avevano ad Alba e che è riuscito a trasformare in una grande azienda con sedi e stabilimenti un po’ in tutto il mondo.
Attenzione al prodotto, ma anche attenzione al cliente che di tale prodotto era destinatario e che richiedeva, magari inconsapevolmente, alimenti buoni ma anche nutrienti, sani e a buon mercato. Con l’intento sempre chiaro al “Signor Michele”, di mettere d’accordo madri e figli.
La storia sua, della sua famiglia e del mondo della Ferrero la racconta Salvatore Gianella in “Michele Ferrero – Condividere valori per creare valori”; un libro che rientra nel filone, sempre più in voga, delle biografie dei grandi capitani d’industria.
Inventare o innovare quello che già c’era. Ecco la formula vincente di Michele Ferrero.
“Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso. – diceva. – Tutti pensavano che gli italiani non potessero vendere cioccolato ai tedeschi e oggi la Germania è il nostro primo mercato. Tutti facevano il tè in bustina e caldo e noi lo abbiamo fatto freddo e senza bustina”.
Idee semplici ma al tempo stesso geniali, le sue. Come geniali sono state alcune sue intuizioni di marketing ante litteram. Per tutte la Nutella venduta in un bicchiere caratteristico che dava l’idea di genuinità di prodotto, e induceva al riacquisto perché poi quei bicchieri, raccolti, andavano a formare un servizio che negli anni Sessata entrò praticamente in tutte le case degli italiani. Un benefit particolarmente gradito in anni in cui si stava attentissimi a far quadrare i bilanci familiari.
E accanto ai prodotti sempre nuovi, il capitale umano: collaboratori di valore di cui Michele Ferrero si circondava e che era sempre pronto ad ascoltare. E per i quali mise in piedi un programma di assistenza sociale all’epoca unico nel suo genere. “Io non voglio – diceva – che chi ha dato la sua vita all’azienda finisca a giocare a carte al bar o ad aspettare su una panchina la sua morte”, Per questo nel 1983 costituì l’Opera Sociale (oggi Fondazione Ferrero) che offriva e offre agli ex dipendenti possibilità di svago, aiuto per coltivare gratuitamente delle passioni, forme integrative di assistenza sanitaria.
Grande attenzione al prodotto, al mercato, al fattore umano. Forse sta qui il segreto del successo del “Signor Ferrero”, un uomo che partendo dalla piccola pasticcia dei genitori, dove iniziò a lavorare come agente esclusivo di pasta di gianduia per l’Astigiano, ha creato l’impero dei dolci: oggi il terzo al mondo per dimensioni e fatturato.
Salvatore Giannella
MICHELE FERRERO
Pagg. 284 -Euro 18,00
Salani