Let it trees: da Rimini la start up ‘salva Amazzonia‘: adottare un pezzo di foresta amazzonica per salvaguardare il Pianeta e al contempo essere protagonisti di un buon business. Let It Trees, start up italiana nata nel giugno di quest’anno, ha scelto la scorsa edizione di Ecomondo, per il proprio debutto.
La nuova realtà fondata da un gruppo di operatori riminesi ha presentato una proposta innovativa, rivolta al mercato b2b e b2c, ideata per coniugare economia, mercato e sfide ambientali. Lo sguardo punta dritto all’Amazzonia, polmone verde del mondo, compromesso da deforestazione, sfruttamento agricolo incontrollato, inquinamento e cambiamenti climatici. “Adotta un pezzo di Amazzonia! Fai… prima che non ci sia più niente da fare” è l’appello con cui si presenta Let It Trees, che cerca sostenitori sul mercato b2b e b2c italiano (successivamente si allargherà su altri paesi europei) per “impiantare” sul suolo brasiliano un nuovo approccio di gestione dei territori, e superare le problematiche che portano e hanno portato negli anni ai processi di deforestazione.
Let It Trees ha acquisito dalle autorità locali fino al 2050 la concessione di 102.780.000 metri quadri di territorio di foresta amazzonica.
L’area è situata nel comune di Lagoa da Confusão, sulla riva destra del fiume Araguaia, al confine tra Brasile e Mato Grosso e a 200 km dalla capitale Palmas, nello stato del Tocantins, area tra le più a rischio deforestazione. Sulla piattaforma www.letittrees.com, con pochi clic è possibile adottare metri quadrati di foresta in Amazzonia a prezzi alla portata di tutti.
Si va da contributi una tantum di 9, 15 o 25 euro di spesa per adottare 10, 50 o 100 metri quadri di foresta, per arrivare a pezzatura di ettari a cui possono essere interessate piccole e grandi aziende e brand.
“Per l’Amazzonia bisogna darsi da fare, prima che non ci sia più niente da fare”, dice il presidente della società Pier Pierucci. “Si tratta di una battaglia culturale e di consapevolezza, e bisogna portarla avanti con le logiche del mercato, che sta andando proprio nella direzione della trasparenza e della sostenibilità. Oggi bisogna rispondere a tre domande per fare business: ‘È vero? È giusto? È utile?’ Se non sai rispondere in modo affermativo, è meglio non farlo. Noi vogliamo far capire alle persone che preservare è più conveniente che deforestare”.