A Ecomondo Digital Edition il FIT4REUSE Water ReUse Day ha presentato i primi risultati del progetto coordinato dall’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna per lo sviluppo di un sistema circolare di gestione idrica nel bacino del Mediterraneo
Nove partner in sette Paesi hanno dato vita a FIT4REUSE, progetto internazionale coordinato da Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (dall’Italia partecipano anche ISPRA e Università Politecnica delle Marche) e parte del programma PRIMA nell’ambito del piano di ricerca e innovazione dell’Unione europea Horizon 2020.
Finalizzato a garantire un approvvigionamento idrico sicuro, sostenibile e scalabile per l’intero bacino del Mediterraneo, punta a sfruttare risorse idriche non convenzionali grazie a tecnologie innovative e sostenibili, anche dal punto di vista economico, per il trattamento delle acque reflue municipali e la desalinizzazione finalizzato al reimpiego in agricoltura e alla ricarica delle falde acquifere.
Il fabbisogno di acqua per l’irrigazione, in particolare, è condizionato dal cambiamento climatico e da una produzione alimentare destinata ad aumentare. Considerando solo l’Italia, il consumo annuo di acqua stimato è di 34,2 miliardi di metri cubi dei quali il 51% è destinato all’irrigazione, il 21% all’industria, il 20% ad uso civile, il 5% per la produzione di energia e il 3% nell’allevamento. Al momento solo il 4% delle acque depurate viene destinato all’agricoltura prevalentemente del Nord Italia (dati REF, settembre 2020).
Un grande potenziale sul quale il team di FIT4REUSE ha acceso i riflettori nel primo WATER REUSE DAY organizzato a Ecomondo Digital Edition per mettere in contatto soggetti privati e istituzionali grazie alla “Multistakeholder platform” attivata online e presentare i risultati del primo anno di attività, definendo una nuova metodologia di risk management e assessment.
Oltre allo sviluppo di tecnologie innovative già impiegate in impianti sperimentali installati nei paesi partecipanti, il progetto si concentra sulle possibili applicazioni favorendo una regolamentazione comune e un sistema di certificazione olistico e integrato che consideri gli aspetti economici, ambientali e sociali del recupero di questa preziosa risorsa.