Intervista a Gino Di Luca: “Il cameo è romantico e sa parlare della storia e della cultura del nostro paese”. Una storia che passa dalle agate alle conchiglie di Torre del Greco
Portando avanti l’arte del cameo con grande passione, lei è il depositario di un’antica tradizione che si tramanda tra le generazioni. Ne sente la responsabilità? È qual è il segreto per renderla contemporanea e incontrare il gusto del consumatore di oggi?
Sono nato in mezzo alle conchiglie. Mio nonno materno era un commerciante di camei e corallo, i miei genitori erano incisori e la loro storia si intreccia nel dopoguerra a Torre del Greco, dove due secoli fa è nato il cameo su conchiglia. Rispetto alle agate utilizzate prima, la conchiglia permette un’incisione più minuziosa nei dettagli e nelle naturali sfumature di colore grazie alla sua caratteristica fisica “bi-strato” e può essere lavorata solo a mano.
I miei genitori si conoscono sul campo, si mettono in proprio e da quel momento il nome della nostra famiglia e il mio destino professionale si legano per sempre al Cameo. Forse proprio questa responsabilità mi ha fornito la spinta per cominciare il bellissimo viaggio intitolato Cameo Italiano: dal primo momento ho visto la strada per raccontare una storia bellissima attraverso le mani e gli occhi dei nostri disegnatori. Il segreto sta nel non pensare all’innovazione fine a sè stessa: il Cameo nella sua natura è romantico e sa parlare della storia e della cultura del nostro Paese. Questi elementi saranno sempre presenti e visibili anche nelle nostre collezioni più ardite.
Tra i suoi ricordi, c’è un episodio particolarmente emblematico legato al suo lavoro?
Il 7 Febbraio del 2019 mi trovavo in un mercatino a Sofia e sono stato attratto come per incanto verso un banchetto che esponeva un cameo realizzato negli anni cinquanta. L’ho preso tra le mani e sul retro ho trovato la firma di mio padre, realizzata come esperimento di logo di produzione già a quei tempi. L’ho acquistato e lo porto sempre nella mia borsa. Quel giorno ricorreva il suo compleanno.
Cosa rappresenta Vicenzaoro per la sua attività e per promuovere l’arte del cameo nel mondo?
Vicenzaoro rappresenta per noi l’hub dal quale abbiamo potuto parlare e raccontare il nostro progetto a tutto il mondo trade interessato al Made in Italy di eccellenza; senza il suo supporto ci sarebbe stato impossibile presentarci in maniera così efficace. Vicenzaoro ha avuto il coraggio di aggiornarsi e di fare continua ricerca e rappresenta senza alcun dubbio il Capitolo 1 – Paragrafo 1 di qualsiasi percorso B2B nel nostro settore.
Ci racconti di qualche pezzo speciale indossato da VIP e personaggi famosi
Insieme alla mecenate americana Liz Swig e alla famosa artista fotografa Cindy Sherman abbiamo realizzato una collezione rivolta al mondo High End dei collezionisti di arte contemporanea, una sperimentazione che si è rivelata un vero successo. Tra i molti personaggi famosi che si sono assicurati una delle opere a tiratura limitata, la famosa attrice Cate Blanchett che ne ha fatto sfoggio recentemente sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia. Le idee sono tante e siamo a un bell’inizio.
Gino Di Luca (1963) entra ventiduenne nell’azienda di famiglia Di Luca Brothers che dal 1996 guida come amministratore delegato. Nel 1997 costituisce la Di Luca Japan con sede a Tokyo per la vendita del gioiello con cameo. Nel frattempo ricopre diverse cariche associative in Assocoral, World Pearl Organization, Arca e fonda il consorzio Oromare. Nel 2011 avvia la sezione gioielli della Diluca Srl e il suo progetto più ambizioso, Cameo Italiano, che presenta la prima produzione nel gennaio 2012.