La birra è considerata da 9 italiani su 10 una delle bevande più inclusive, perché adatta a tutti senza distinzioni di generi, età, provenienza o stili di vita. Una bevanda che aiuta a socializzare e favorisce lo stare insieme.
Così i risultati dell’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, che ha rilevato i sentiment di consumatori e players della filiera.
In particolare emerge come il tema “Diversity & Inclusion (DEI)” sia conosciuto da quasi tutti i partecipanti all’indagine (87%) e associato prevalentemente all’accettazione e alla valorizzazione delle differenze (39%), all’inclusione sociale (35%) e al riconoscimento dell’unicità individuale (19%). Tra i diversi intervistati, quelli della Generazione Z appaiono i più informati (93%), seguiti dai Millennials. Il 36% del campione dichiara di essere personalmente toccato dalle tematiche DEI e, scendendo più nel dettaglio, la Gen Z lo è in misura maggiore rispetto agli altri (50%).
Ma perché la birra è considerata così inclusiva?
Intanto per l’ampia disponibilità praticamente in tutto il mondo (87% dei pareri), quindi perché è in grado di favorire ambienti e stili di vita rilassati (86%), per la bassa gradazione alcolica che la rende fruibile praticamente da tutti (82%) e per il buon rapporto qualità-prezzo che risulta tra i più convenienti tra le bevande (81%).
Da considerare infine che per circa il60% dei consumatori la birra si distingue, inoltre, come un elemento che rispecchia le tradizioni locali eil cui consumo di ampie varietà diventa veicolo per sperimentare anche le diversità culturali.
L’indagine del CIB ha però fatto emergere anche alcuni pregiudizi legati al mondo birrario. Per esempio nell’identificare il target a cui la birra sembra più adatta: il 57% degli intervistati la ritiene una bevanda che si addice maggiormente agli uomini e solo il 43% pensa che sia più adatta alle donne. Un “gender gap” che si rafforza nella percezione da parte della Gen X (58% vs 39%) ma che coinvolge anche Gen Z (55% vs 41%) e Millennials (59% vs 42%). Alcune differenze emergono anche per quanto concerne le fasce di età: per la Gen Z la birra è infatti più adatta agli individui dai 25 ai 44 anni, per Millenials e Gen X il target si allarga invece ai soggetti fino ai 54 anni.

Queste indicazioni coinvolgono l’intera filiera brassicola a un sempre maggior impegno verso i consumatori che chiedono un’informazione trasparente sui processi di produzione e sulla provenienza degli ingredienti, dimostrando un impegno per la qualità e la responsabilità (50%), di offrire una gamma sempre più vasta di birre (senza glutine, a bassa gradazione alcolica, a basso contenuto di zuccheri ecc.) (48%), di porre impegno nella sostenibilità ambientale e sociale (44%), di proporre programmi educativi sulla birra e sul processo di produzione per sensibilizzare i consumatori sulla varietà di birre e sulle tradizioni birrarie di tutto il mondo (39%), organizzare eventi e serate tematiche dedicate al tema della diversità (38%).
“La diversità è uno dei punti di forza della birra, che si riflette nella vasta gamma di ingredienti e processi di produzione. Nessun’altra bevanda alcolica offre una tale varietà di scelte: riflettere questa peculiarità attraverso politiche DEI rispettose favorisce l’inclusione e l’apprezzamento della birra da parte di un pubblico più ampio, promuovendo di conseguenza socializzazione e benessere. Per l’industria birraria, la DEI diventa un acceleratore di crescita e di benessere per la birra, i birrifici e le persone”, dice Mathieu Schneider, Project Director dei Brewers of Europe, l’organizzazione più rappresentativa dell’industria birraria in Europa.
“AssoBirra è fortemente impegnata a promuovere la diversità e l’inclusione nella filiera birraria italiana, seguendo la strada tracciata dai Brewers of Europe. Crediamo, infatti, nell’importanza di un settore sempre più inclusivo, in cui la diversità sia un valore accolto e condiviso. Le aziende associate hanno da anni fatto proprio questo impegno, operando a livello sistematico a 360 gradi, mentre come Associazione abbiamo creato nell’ultimo anno un gruppo di lavoro dedicato a queste tematiche, con l’obiettivo di ragionare insieme su azioni concrete da mettere in campo per promuovere un settore sempre più aperto, equo ed inclusivo”, conclude Andrea Bagnolini, Direttore generale Assobirra.