L’intelligenza artificiale sostituirà l’uomo? Sebastiano Dallari sales manager per Var Group, tra i principali player per l’innovazione dell’ICT, che sul palco della Future Arena di Tecna, il salone internazionale delle tecnologie e delle forniture per le superfici conclusosi di recente a Rimini, ha illustrato sistemi e modelli IA per affrontare al meglio le sfide dei processi aziendali. IEG Expo Magazine ha colto l’occasione per intervistarlo sul tema.
Che rapporto c’è tra uomo e macchina?
Di diffidenza. Il dibattito uomo-macchina va avanti da anni. I sistemi e i modelli IA si conformano sulla base delle esigenze e delle necessità dell’uomo sin dalla nascita. Sono gli operatori che insegnano agli strumenti di intelligenza artificiale come essere d’ausilio per il futuro. Il successo di un progetto dipende da questo.
Quanto pesa il fattore umano?
Dire che è fondamentale. Ogni giorno navighiamo a vista in un mare di dati, gli strumenti IA sono un supporto decisionale ma in nessun caso andranno a sostituire chi prende le decisioni.
Dove nasce il timore per l’IA?
Tutto quello che è nuovo può generare preoccupazione. L’IA permette all’uomo di fare ragionamenti che per forma mentis non farebbe. I sistemi e i modelli di intelligenza artificiale sono una “scuola accelerata” di quello che l’uomo ha imparato nel corso della sua carriera lavorativa. Aiutano a sviluppare una consapevolezza su variabili aleatorie che altrimenti bisognerebbe testare prima di avviare un processo. Andare avanti per tentativi comporterebbe perdere tempo e materie prime e oggi, specialmente per i grandi player, questo non è più possibile. Il controllo dei processi è pura esperienza, l’obiettivo è fornire strumenti per intervenire anche in maniera preventiva verso le problematiche di qualità (delle materie prime ecc.) di performance delle macchine ecc.
Quindi non dobbiamo aver paura
“Paura no, ma abbiamo consapevolezza che tutto è in evoluzione…”