Juan Carlos Lopez, vice presidente APEPAF Perù, acronimo di Associano peruviana di Pasticceria e affini, è venuto da Lima al Sigep per la terza volta, la prima con una carica così importante a livello nazionale e internazionale. 

A IEG expo magazine ha raccontato del rapporto di stima tra l’Italia e il Perù per il mondo della pasticceria, un settore di punta del “Grande Sigep”.

Come le è sembrata questa nuova edizione di Sigep? 

«Ogni volta che vengo vado via contento e con nuove cose imparate. Poter vedere con i propri occhi certe attività, come una decorazione o una realizzazione, è una cosa che mi ha cambiato la vita e non si scorda facilmente».

Com’è visto il mercato “Made in Italy” per la pasticceria in Perù? 

«Comincio col dire che è incredibile come Sigep mantenga l’essenza di una fiera e non ti stanchi mai di vivere esperienze nuove ed innovative. Questo per noi in Perù è importante perché questa fiera ha tutte le caratteristiche che deve possedere una fiera: teoria, pratica, competizione e innovazione. In Perù noi apprezziamo molto questa fiera perché noi attingiamo sempre da qui le novità da riproporre nel nostro paese. Quando parliamo della pasticceria così come del gelato noi pensiamo all’Italia, a un modello»

Qual è il settore più importante che c’è a Sigep per il Perù? 

«Per noi ci sono tre discipline importanti che sono la cioccolateria, la pasticceria e la gelateria. Sono settori che noi stiamo sviluppando molto in Perù. Noi comunque produciamo molto caffè e cacao ma ne importiamo anche tanto»

Che aspettative aveva da questa edizione? 

Io sempre vengo con tante aspettative. Quest’anno come vice presidente dell’Associazione peruviana di Pasticceria e direttore di due scuole peruviane di pasticceria sono venuto per creare relazioni. Vengo sempre affinché l’associazione si leghi sempre più a questa manifestazione ma anche per stringere relazioni nuove».

Da direttore di due scuole di pasticceria, cosa ne pensa della formazione per una professione come la sua? 

«Io credo che siano importanti sia la teoria che la pratica perché non puoi fare senza sapere perché fai qualcosa. In Perù esistono buone scuole per formare pasticceri e l’aspetto interessante è che la condizione economica non è discriminante perché chiunque abbia il talento, la voglia e l’interesse può iscriversi e provare a intraprendere la carriera».

L’innovazione tecnologica ha cambiato le cose. Come vede l’integrazione per il suo settore tra progresso e tradizione? 

«Penso che vadano insieme, mano nella mano. Le ricette tradizionali unite alla tecnologia possono creare nuove sfide e prodotti d’avanguardia»

L’anno prossimo ritornerà a Sigep, ovviamente. 

«Sì, assolutamente. Chi non è venuto in passato, non è qui in questi giorni e non verrà non sa che cosa si sta perdendo. È un’opportunità di crescita professionale e personale sia per un imprenditore che per un appassionato. L’anno prossimo spero di venire anche con altri colleghi pasticceri e, magari, avendo uno stand vero e proprio da espositori»