I ristoranti valorizzano le produzioni DOP e IGP

Sempre più prodotti a denominazione d’origine nei ristoranti italiani. Un cliente divenuto più esigente e attento richiede, infatti, ingredienti di alta qualità, di origine certa, meglio se certificati DOP e IGP (Denominazione d’origine protetta/ Indicazione geografica protetta).

In questo senso rientrano le azioni che la Fipe – la Federazione dei Pubblici esercizi di Confcommercio – sta mettendo in campo per promuovere le produzioni certificate all’interno dei menu.

La prima riguarda i formaggi DOP che, secondo una ricerca promossa da Afidop (l’Associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield, vengono regolarmente serviti in un ristorante italiano su 4 (25,3%), ma solo uno su 10 (10,2%) li valorizza a dovere riportandone la corretta denominazione nel menu.

Tra i formaggi più proposti e correttamente citati troviamo in cima la Mozzarella di Bufala Campana DOP, presente nel 90% dei locali. Seguono per diffusione il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Grana Padano, la Fontina, il Provolone Valpadana, il Quartirolo, il Taleggio e il Montasio.

Per quanto riguarda la corretta identificazione e valorizzazione del prodotto, in particolare, il principale problema riscontrato riguarda la denominazione del formaggio.
Infatti se, Taleggio, Fontina, Montasio e Gorgonzola sono citati quasi sempre correttamente, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Quartirolo, Mozzarella di Bufala Campana e Provolone Valpadana registrano gli errori di denominazione più frequenti, tanto da rischiare di essere confusi con prodotti generici.

Per questo, proprio partendo dai formaggi, la Fipe sta cercando di favorire la valorizzazione delle diverse eccellenze alimentari italiane collaborando con le associazioni dei prodotti DOP e IGP soprattutto nella definizione delle linee guida per promuovere le produzioni certificate nei pubblici esercizi.

Questo a vantaggio non solo dei prodotti d’eccellenza del Made in Italy alimentare, ma anche, se non soprattutto, della stessa ristorazione messa così in grado di soddisfare le esigenze di un consumatore disposto a spendere anche il 10% in più pur di avere la garanzia di un prodotto certificato.