Campione del mondo di salto con l’asta a Parigi nel 2003, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene nel 2004, Giuseppe Gibilisco è tuttora il primatista italiano della disciplina. È a RiminiWellness anche come ‘Legend’ di Sport e Salute, un’iniziativa che divulga lo sport a 360° attraverso tanti ex sportivi azzurri.
Gibilisco: “Fare sport significa essere delle persone migliori”
“Essere qui per me significa far conoscere lo sport, metterci la faccia. Quando fai sport stai bene, ti diverti e hai il sorriso. Perché fare sport non significa necessariamente essere dei campioni, ma essere delle persone migliori, anche saper rispettare le regole. Lo sport ti mette a confronto con un avversario che devi battere, certo, ma in una sana competizione. Io ricordo quando eravamo nell’Arena Olimpica. Ognuno voleva vincere l’oro, però, finita la competizione, ci ritrovavamo tutti al bar a bere una birra o a mangiare insieme. A sorridere e a gioire con me dell’oro”.
Quindi qual è il valore dello sport per lei?
“Il valore dello sport è intrinseco, lo sport ha dei valori sani”
“Il valore dello sport è intrinseco, lo sport ha dei valori sani, grazie all’attività sportiva, grazie alla conoscenza dei propri limiti e alle persone che ti circondano e che praticano sport”.
Lei hai vinto un oro a Parigi andando oltre il suo limite. Quanto è importante osare per chi fa sport?
Gibilisco: “Lo sport porta ad avere una sana pazzia, è quella che fa la differenza tra il campione e il fuoriclasse”
“Lo sport di porta ad avere una sana pazzia, e la sana pazzia è quella che fa la differenza tra il campione e il fuoriclasse”.
Lei è stato allenato da Vitalij Petrov, che è stato l’allenatore del più grande saltatore con l’asta di tutti i tempi: Sergei Bubka, entrambi ucraini. Qual è il suo legame con l’Ucraina?
“Nel 2004 vinsi una gara a Donetsk, oggi quel palazzetto non c’è più. Quando c’è la guerra perdiamo tutti, non c’è un vincitore”
“Mentre mi fa la domanda mi vengono i brividi, perché mi viene in mente che nel 2004 vinsi la gara indoor che organizzava proprio Sergei Bubka lì a Donetsk, oggi quel palazzetto non c’è più. Quando c’è la guerra perdiamo tutti, non c’è un vincitore”.
Infine le chiedo un messaggio per il popolo del wellness…
“Ragazzi fate sport, divertitevi e speriamo che questa ripartenza post pandemia ci renda più forti di prima e porti le persone a fare sempre più sport. Dobbiamo essere un popolo di sportivi e non di tifosi”.