Il lanciatore razzo spaziale Vega di ESA, credits: Imagoeconomica SPAZIO

“Abbiamo bisogno di talenti!” Suona come un vero e proprio appello, quello di Pierre-Philippe Mathieu, Head of the Φ-lab Explore Office di ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Mathieu ha lavorato per circa 20 anni nel campo della modellazione ambientale e oceanografia e conosce bene il valore delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale in particolare.

Mathieu, ESA: “L’intelligenza artificiale è uno strumento, sta all’uomo usarla al meglio”

Come può cambiare le nostre vite, oggi, l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale è uno strumento, come tutte le tecnologie, sta all’uomo utilizzarla al meglio per risolvere i problemi. È molto particolare perché si basa su un cambiamento di paradigma che si impara dai dati. Non è una persona che codifica dei dati, ma una macchina che riesce ad imparare dai dati come fare. Questo ha un’infinità di applicazioni, perché quando noi non capiamo come risolvere un problema, possiamo creare un software che riesce a trovare una soluzione, pur non avendo tutti gli elementi. È anche molto pericolosa però, perché trattandosi solo di dati, occorre sempre l’interpretazione umana per capire se la soluzione ha senso o no.”

I dati potrebbero anche essere usati male?

“Sì, come per ogni tecnologia. Quello che è fondamentale oggi, però, è che siamo nel mondo dei big data e abbiamo un’infinità di dati che ci vengono forniti dai satelliti. L’occhio umano non può guardare tutti questi dati, occorrerebbero migliaia di anni, per questo servono le macchine, che devono fare da filtro. Più la macchina avrà dati e più sarà precisa. L’asset, inoltre, migliora nel tempo.”

Può fare qualche esempio di miglioramento della nostra vita quotidiana grazie alle nuove tecnologie?

La nostra vita può essere migliorata dai dati, perché noi dipendiamo anche dal clima, dalle previsioni del tempo, dalla qualità dell’aria… Se noi riusciamo ad anticipare i problemi, viviamo meglio. Perché se c’è un disastro da qualche parte e l’abbiamo anticipato, questo non avrà un impatto su di noi.”

Un esempio?

“Per esempio, quando c’è una crisi alimentare, noi misuriamo quanto cibo c’è nel mondo e dove. C’è un satellite, il Sentinel-2, che misura proprio la situazione dell’agricoltura e le potenzialità di una food crisis, gestendone i rischi. Dice: ‘attenzione c’è un rischio siccità in arrivo’. Noi di Esa diamo le informazioni a organismi come il World Food Program, che decidono, ma lo fanno in modo informato. I satelliti danno queste informazioni e l’intelligenza artificiale permette di estrarle, perché i dati sono talmente grandi ormai, che è molto difficile andare a pescare proprio quello che ci occorre.”

“Abbiamo bisogno di entusiasmo e di talenti nel nostro campo”

Poco fa lei ha lanciato un appello ai giovani: cosa chiedete alle nuove generazioni?

Abbiamo bisogno di entusiasmo e di talenti. Mi piacerebbe portare più talenti AI nel nostro campo. Io vengo qui per dire che c’è un’opportunità: ci sono dati open, gratuiti, che saranno lì anche tra 20 anni e se le persone vogliono sviluppare nuovi servizi, il potenziale è immenso. E il valore aggiunto sta proprio nel trasformare il dato in informazione. I dati ci sono, ci servono i cervelli!”

Pierre-Philippe Mathieu di ESA (European Space Agency), credits: Web Marketing Festival