Di Silvia Giorgi

Una maggior capacità di relazionarsi e di valorizzare le persone. Ecco le doti necessarie anche nell’ambito dell’hospitality e della ristorazione per migliorare il mercato. Ne è sicura Paola Giacchero, consigliere Nazionale Italgrob e presidente Adhor, Associazione le Donne Dell’Horeca, intervenuta a “The Digital Event for eating out”, prima tappa verso l’edizione in presenza di Beer & Food Attraction e BBTech expo2022. La Giacchero è convinta di quanto  imprescindibile e distintivo possa essere l’apporto femminile per tracciare un mondo dell’Horeca decisamente migliore rispetto al passato.

Paola Giacchero

Qual è il contributo della donna per la ripresa del mercato?

“Rispetto al passato, a seguito della pandemia, sempre più donne hanno preso consapevolezza e manifestato la volontà di mettersi in gioco, partecipare e cercare attraverso l’innovazione una maggiore relazione anche all’interno delle associazioni, di consumo o di distribuzione che siano. C’è una presa anche di coscienza dell’utilità di dare il proprio contributo affinché si possa costruire un horeca decisamente migliore. Quando parliamo di imprenditoria femminile, infatti, non si guarda mai solo al business e ai numeri. Questa maggior capacità di relazionarsi emerge laddove si prende coscienza di valorizzare le persone che lavorano all’interno e nell’ambiente horeca, e se consideriamo l’hospitality e la ristorazione, questo è fondamentale. Poi, attraverso questo aspetto, è significativo arrivare a trattare argomenti ancor più importanti. Basti pensare che prima del covid erano impegnati 1 milione e 200mila persone nel settore e quelle che sono state purtroppo maggiormente colpite dalla pandemia sono state le donne”.

Cosa la guida nel lavoro?

“Ho un ruolo all’interno di un’azienda famigliare, e parliamo di 30 anni di lavoro, che è sorta dall’azienda precedente di mio padre, le radici risalgono quindi a molto tempo fa. È sicuramente la forte passione che mi ha trasferito mio padre a guidarmi. Ho dedicato tutta la mia vita al lavoro, un aggettivo che uso molto spesso è “resilienza”: sono convinta che usciremo dal covid attraverso la resilienza, personalmente ho imparato nella vita a vedere e cogliere le opportunità anche da un problema”.

Perché ha deciso di partecipare all’appuntamento The Digital Event for eating out?   

“Proprio per rappresentare questo nuovo corso. Ringrazio la dirigenza di IEG, la group brand manager Food&Beverage Flavia Morelli e tutto lo staff, perché da diversi anni concedono uno spazio e una voce all’universo femminile nel mondo della distribuzione di bevande. Nell’horeca la figura femminile deve ancora affrancarsi per avere un ruolo di primo piano. Io lavoro nel settore da 30 anni e in questi tre lunghi decenni non c’è stato un grande cambiamento, nonostante io mi sia sempre battuta in tal senso”.

Ci racconti come è nata e di cosa si occupa Adhor.

“Adhor è nata per cercare di risvegliare le coscienze: all’inizio su 1.800 distributori soltanto 30 erano donne titolari d’azienda, quindi si preannunciava un lavoro arduo. Siamo partite brindando con l’iniziativa “bollicine solidali”, per valorizzare l’eccellenza italiana nel prosecco e raccogliere nel frattempo fondi lungo tutta la filiera. Poi siamo passati ad un argomento che riguardava più la distribuzione e abbiamo quindi realizzato la birra del cuore, e a seguire un’iniziativa con il sindaco di Amatrice per una raccolta fondi dopo il terremoto”.

Nella mission di Adhor figurano valori come etica, cultura e solidarietà.

“Esatto. L’etica per me rappresenta una responsabilità sociale. Sono andata a raccogliere, nel contesto della filiera, le lacune, una di queste è il codice etico, che sarà sicuramente uno degli argomenti che rimetterò sul tavolo. Cercherò di creare un’aggregazione anche con gli altri presidenti di associazioni di categoria. L’importanza di dotarsi di un codice etico è tornata alla ribalta per via del covid, e sarà sempre più importante lungo tutta la filiera, dai punti vendita alla distribuzione”.

C’è collaborazione con altre associazioni di donne?

“Sì, negli ultimi cinque anni hanno preso piede diverse realtà, per esempio le donne della birra, dall’amicizia con Silvana Giordano di Unibirra (che fa anche parte del consiglio di Adhor) è nato un progetto sul connubio tra la birra e la realizzazione di piatti, inoltre abbiamo creato un beerpedia, un manuale sulla corretta spillatura. Si tratta di un opuscolo a scopo benefico, articolato in modo da essere allo stesso tempo fruibile e divertente”.