Tornano i grandi eventi in presenza e torna il Sigep! Da oggi a mercoledì 16 marzo saranno 950 i brand distribuiti su 90mila mq di esposizione, per la fiera leader mondiale nel dolciario. Un mercato che, nel dopo pandemia, ha un valore stimato di 9,5 miliardi euro, export compreso.
Dietro le quinte di Sigep c’è il lavoro di tantissimi professionisti
Dietro le quinte c’è il lavoro di tantissimi professionisti, impegnati da mesi a progettare, organizzare e risolvere problemi. Oggi ci permettiamo di parlarvi un po’ di noi, di chi lavora per Italian Exhibition Group. In particolare del lavoro delle nostre colleghe e dei nostri colleghi dell’ufficio Operations di Rimini.
Se il Sigep e le tante manifestazioni al quartiere di Rimini prendono forma, dagli allestimenti ai servizi tecnici, dai parcheggi alla sicurezza, lo dobbiamo anche al loro lavoro discreto, quanto prezioso. Loro sono: Nazario Pedini, Operations Rimini Director e tutti i suoi collaboratori, da Mirco Zamponi a Simona Simoncini, da Lucia Moretti a Ferdinando Savio Flores, e ancora: Andrea Silvagni, Valentina Serrecchia, Roberta Sarti, Giorgia Ceccaroni, Paolo Giovanardi, Silvia Ciacci, Barbara Mauri, Enzo Bordoni, Stefano Mussoni, Leonard Mirashi e Alessandro Callà.
Pedini: “Il nostro lavoro comincia nove mesi prima dell’evento”
“Il nostro lavoro comincia all’incirca nove mesi prima dell’evento”, racconta Nazario Pedini, proprio come la gestazione di un bambino, ci permettiamo di aggiungere noi. “Esatto!” E cosa succede nove mesi prima della manifestazione? “Inizia la gestione del layout di fiera, l’autorizzazione dei progetti degli stand e delle aree comuni, dei sistemi di accesso, la gestione dei parcheggi, le pulizie, tutti i servizi per collegare gli stand agli impianti del quartiere… E ancora la climatizzazione, i sistemi di comunicazione…”
Cosa cambia quando iniziano gli allestimenti in fiera? “È il momento in cui dobbiamo verificare che tutto quello che è stato progettato e organizzato corrisponda alla realtà. Questo succede spesso, ma altre volte no, quindi dobbiamo esser pronti nel problem solving”.
Il ‘miracolo’ dell’ultima notte
Come fate ad esser pronti? “Ci vuole una conoscenza accurata del quartiere e dei suoi servizi. E poi c’è quello che io chiamo… il miracolo dell’ultima notte”.
Di che si tratta?
“A volte è successo che persone, soprattutto da fuori, passino il giorno prima dell’inaugurazione di una fiera e vedano la situazione del quartiere, tra corsie piene di scatoloni, stand ancora non finiti, e mi dica: ‘non aprite mica domani, vero?’ Io li guardo e sorrido…”
Come mai sorride?
“Perché alle 18 mandiamo via tutte le persone che non c’entrano con l’allestimento e facciamo entrare un migliaio circa di nostri operatori che in una notte rendono il quartiere perfetto, o quasi”.