La maggioranza degli imprenditori italiani del retail, della grande distribuzione e dell’horeca guarda con maggior fiducia al futuro e comunica nuova voglia di fare e forte propensione ai nuovi investimenti.
Questo anche se permangono le difficoltà nella ricerca di personale evidenziatesi subito dopo la pandemia. In particolare, il 56% degli imprenditori ritiene che negli ultimi due anni la carenza di disponibilità di personale si sia acuita. Ciò vale soprattutto per le farmacie (77%), l’abbigliamento (69%) e la ristorazione (64%).
Inoltre in una scala da 1 a 10, i canali più efficaci per la ricerca di personale sono le conoscenze dirette (6,7), le segnalazioni di dipendenti e conoscenti (5,7), LinkedIn e social media (3,6) e i centri per l’impiego (2,9).
È quanto emerge dall’annuale rapporto dell’Osservatorio Imprenditoria Retail promosso da LargoConsumo con il supporto tecnico di TradeLab e in collaborazione con Confcommercio, Assofranchising, Federdistribuzione e Federfranchising.
Sul piano generale, comunque, il 75% degli imprenditori risulta essere ottimista nel medio periodo, in un arco temporale fino a 18 mesi. È inoltre ripresa la propensione all’investimento che era venuta meno a ridosso della pandemia.
I progetti di investimento riguardano soprattutto le ristrutturazioni parziali degli attuali punti vendita (5,8 punti nella scala che va da 1 a 10) e in misura minore le ristrutturazioni totali (4,8) e le nuove aperture (4,1).
Un aspetto interessante che emerge dall’indagine è la disponibilità, manifestata dal 36% degli intervistati, a investire anche in settori diversi dal proprio. Un fattore che riguarda soprattutto i più giovani e meglio disposti a cimentarsi in nuovi campi di attività.
I settori più attrattivi per nuovi investimenti sono ristorazione (37%), immobiliare (33%) e servizi (32%).
Una parte dell’indagine di TradeLab ha riguardato i network distributivi e della ristorazione: in sostanza, l’interesse o meno degli imprenditori ad affiliazioni in franchising.
Tra i motivi principali per l’adesione a un network del retail troviamo la notorietà dell’insegna, il supporto fornito dalla casa madre soprattutto in termini di assistenza e promozione, il rapporto con gli interlocutori aziendali.
Per quanto riguarda poi nello specifico il retail alimentare si guarda con crescente interesse ai prodotti a marca del distributore (MDD), le private label. Secondo gli imprenditori i clienti si aspettano dalla MDD per prima cosa un alto rapporto qualità-prezzo (8,8), quindi un prezzo più conveniente (8,3), prezzi contro l’inflazione (8,2) e garanzia di controllo qualità (8,1). Tutti aspetti che appaiono particolarmente premianti soprattutto in questa fase congiunturale.
Nel mondo della ristorazione i motivi principali di adesione a un network sono per il 75% il prestigio e la notorietà dell’insegna, per il 64% fiducia negli interlocutori dell’azienda e per il 43% fiducia nel management. Il prestigio dell’insegna è anche il primo motivo di soddisfazione degli affiliati (8,9), seguito dalla qualità dei prodotti (8,5) e dall’identità e specializzazione del menu (8,1).