Da sinistra, in senso orario: Laura Pezzino, Antonella Bussi, Manuela Ravasio, Daria Addabbo e Laura Fiengo

È un invito a stupirsi e a guardare i luoghi di viaggio con occhi diversi, quello andato in scena alla main arena del TTG giovedì 14 ottobre. Un parterre e una platea tutte in rosa, perfettamente intonate coi colori di questa edizione dedicata alla fiducia.

“Un viaggio, cento storie” il titolo dell’incontro, che ha messo insieme una fotografa affermata come Daria Addabbo e quattro celebri giornaliste come Antonella Bussi, fino a pochi mesi fa direttore di Marie Claire, che ha anche condotto la tavola rotonda, Laura Fiengo, travel editor per Vanity Fair Italia e Condé Nast Traveller, Manuela Ravasio, digital director e brand manager di Marie Claire Italia e Laura Pezzino, giornalista culturale per varie testate, tra cui La Stampa e Vanity Fair.

Com’è cambiato il modo di raccontare i viaggi in epoca di pandemia?

“Va dato atto ai giornali di non aver mai smesso di occuparsi di viaggi”, precisa Laura Fiengo, “perché le persone, anche durante la chiusura, volevano prima sognare, poi progettare e, oggi finalmente, partire”. Lo storytelling andrebbe però aggiornato, superando parole come ‘esclusivo’, oggi sostituita da ‘inclusivo’, per esempio. “Le persone vogliono un linguaggio più vicino alla verità. Oggi il rapporto col viaggio è più affettivo, ed è importante mantenere questa empatia. Io un viaggio lo racconto come se fossi a bere l’aperitivo con degli amici, è questo che deve portare le persone a desiderare di andare in un posto: già alla terza riga devono pensare: ‘ci voglio andare!’”

Foto Imagoeconomica

“A volte può essere anche utile spezzare un racconto in più parti”, secondo Manuela Ravasio, “creando magari un effetto suspence tra i diversi social e media”. E, a proposito di superare i luoghi comuni, “non è vero che sul digitale c’è solo quello che non ci sta sui giornali”, sul digitale ci sono “le immagini che ti fermano e restano con te”.

A volte per raccontare è bene anche lasciarsi ispirare dalle altre arti, la musica in particolare. Daria Addabbo lo sa bene, dopo il viaggio fotografico che ha realizzato sulle tracce di Bruce Springsteen nel 2019 (This Hard Land, ed. Jaca Book). “Ho fotografato le sue canzoni, che erano già delle vere e proprie inquadrature. Ma la prima immagine che ho avuto dell’America viene da una canzone di Francesco Guccini: Autogrill”. Mentre per allenare l’occhio a non abituarsi, nel bombardamento di immagini in cui siamo immersi, “cerco sempre le persone, loro poi mi portano sempre oltre”.

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Persone e momenti. “Instagram è un racconto di momenti”, continua Manuela Ravasio, “e la fotografia è un mezzo per questo, l’importante è che gli scatti siano autentici. Anche un’immagine sfuocata può esserlo”.

Non sempre, però è possibile avere un’esperienza diretta di viaggio, lo sa bene Laura Pezzino che ha iniziato a scrivere un libro sulla New York di Patti Smith, in epoca di pandemia, senza poter viaggiare. “Mi sono affidata ai miei ricordi dei viaggi passati, ma anche a tante letture e – perché no? – a Google Maps. Per ispirarmi, di solito parto dalla letteratura, i romanzi sono spesso le mie guide. Ho nel cuore il mio primo viaggio a Londra, quando per prima cosa sono andata alla casa di Virginia Woolf. Poi ho un ricordo bellissimo della Palermo del Gattopardo, soprattutto dove è stata girata la famosa scena del ballo”.

Google Maps, certo, ma anche le care vecchie mappe cartacee. Laura Fiengo ne porta dietro sempre una, “per una ragione un po’ sentimentale e romantica. Cerco sempre di vedere il meno possibile di un posto prima di andarci, non mi voglio rovinare troppo la sorpresa!”

Non mancano, e non poteva essere diversamente, le idee per chi vive di turismo. “Quando dormo in hotel faccio sempre sogni diversi dal solito”, confida Laura Pezzino, “la dimensione onirica potrebbe essere approfondita dagli hotel”. “Magari mettendo a disposizione un ‘libro dei sogni’ per gli ospiti, ancor meglio se digitale”, le fa eco Antonella Bussi. Da mettere in valigia per non smettere di sognare.

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