Non può esserci transizione ecologica senza comunicazione responsabile. È il monito che Francesco Corvaro, inviato speciale per i cambiamenti climatici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, lancia alla vigilia della COP28.
Intervenuto al Forum della buona comunicazione, incontro organizzato da FERPI nel corso di Ecomondo 2023 con l’obiettivo di mettere a confronto le esperienze per consentire al grande tema del cambiamento climatico di dotarsi un costrutto narrativo utile a portare valori, credenze e comportamenti su un piano logico e costruttivo, Francesco Corvaro ha identificato proprio nell’informazione la leva strategica per scardinare le ultime reticenze e opposizioni, con il fine ultimo di favorire la consapevolezza collettiva.
E se Global Alliance, la federazione delle principali associazioni e istituzioni mondiali di RP e comunicazione al mondo, fra cui FERPI, che rappresenta oltre 320.000 professionisti e accademici, rilancia la richiesta di inserire un 18° goal nell’Agenda 2030, contenuta nel documento “Open call to the PR profession to add a new goal to the Sustainable Development Goals (SDG) of United Nations”, significa che il bisogno è quanto mai sentito dalla community coinvolta nel dibattito sul clima.
Cambiamento climatico: la comunicazione al centro
L’intervento di Francesco Corvaro si è aperto chiarendo da subito il peso strategico della comunicazione nell’ampio dibattito legato al clima: “La comunicazione è il centro di tutto, così come l’educazione. I mezzi e le tecniche per affrontare il problema del cambiamento climatico sono a nostra completa disposizione. Ciò che manca è la capacità di trasferire l’informazione su cosa sia effettivamente il cambiamento climatico su larga scala. Sarebbe questa la giusta leva per generare una pressione positiva sul fronte politico internazionale, per colmare le lacune del dialogo tra i rappresentanti internazionali”
La consapevolezza contro le posizioni estreme
Due opposti che non si attraggono: “Deve esserci consapevolezza su ciò sta accadendo. In Italia la tendenza è quella di avere due posizioni estreme: da un lato il negazionismo più preoccupante, dall’altro l’attivismo più estremo e spinto oltre ogni limite”, rimarca Corvaro. “Il rimedio e la soluzione è il più sincero pragmatismo. Nessuno ha annunciato la fine del mondo, ma dobbiamo capire che il mondo sta cambiando pesantemente e sta cambiando per noi. Non abbiamo il potere supremo di salvare la natura, ma ciascuno ha la possibilità di contribuire a mantenere lo status quo. Questo significa salvaguardare gli spazi che abbiamo, perché il cambiamento climatico non farà altro che stringerci i panni addosso”.
È l’uomo a essere a rischio
La vita dell’uomo è il classico esempio dell’equilibrio instabile: “Il cambiamento climatico sta portando a modificare le condizioni che l’uomo ha per vivere. Non bisogna procrastinare alcuna azione o investimento, ma dare la corretta informazione, non catastrofica ma nemmeno negazionista, affinché tutti si possano rendere conto che il problema è reale. Ma è un problema che può essere trasformato in occasione e possibilità di sviluppo”.
Saper guidare le giovani generazioni
Sul tema della comunicazione, Corvaro definisce fondamentale il ruolo dei giovani: “I governi lo hanno capito. Le nuove generazioni sono molto più sensibili all’argomento: hanno idee, passione, ma vanno guidati. La gioventù è periodo della ribellione ed è giusto giochi il ruolo da antagonista, ma va sfruttata questa possibilità dando ancora una volta la corretta informazione e educazione”.
Alla COP28 l’obiettivo è la consapevolezza
Alla COP28 parteciperanno il Papa e Re Carlo: per Francesco Corvaro il significato è bivalente: “Da un lato è sintomo di un’attenzione divenuta suprema, dall’altro che c’è bisogno di incentivare una corretta comunicazione tra le parti. Torna prepotentemente e nuovamente il tema della comunicazione: l’informazione è la chiave che apre la porta della consapevolezza condivisa, che favorisce la diplomazia climatica e che dà la spinta a chi si siede attorno ai tavoli ad affrontare concretamente i problemi con responsabilità. Per questo l’argomento è decisivo e può incidere molto più di quello che si possa pensare”.