Il comparto birrario italiano nel corso del 2023, pur in un contesto difficile e complicato, ha confermato la sua solidità mantenendo viva la capacità di reinventarsi con innovazione e investimenti. È la sintesi dell’Annual Report 2023 di AssoBirra che ha analizzato lo stato del settore brassicolo italiano.
A fronte di una flessione dei consumi domestici, che scontano soprattutto il ridotto potere di acquisto degli italiani, lo scorso anno c’è stata una ripresa dei consumi fuoricasa aumentati dell’1,8% sul 2022.
Nel 2023 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,4 milioni di ettolitri, registrando una contrazione del 5,02% rispetto ai 18,3 milioni di ettolitri del 2022, ma superando i livelli pre-pandemici del 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quasi eguagliando il 2021 (17,8 milioni di ettolitri). I consumi, seppur in calo rispetto al record del 2022 (22,5 milioni di ettolitri), si sono attestati a 21,2 milioni di ettolitri, facendo segnare un decremento del 5,85% ma mantenendo una quota che supera il massimo storico di consumo registrato fino all’anno scorso (21,2 milioni di ettolitri nel 2019) e che supera quella del 2021, delineando una crescita di oltre 20 punti percentuali (20,9%) rispetto a dieci anni fa (17,5 milioni di ettolitri nel 2013).
Le nostre esportazioni sono state di 6,3 milioni di ettolitri e sono significativamente aumentate soprattutto verso la Francia: +57%.
Qualche segnale di miglioramento inoltre c’è stato a inizio anno. “Nei primi mesi del 2024 – dice il report – il trend di decrescita sembrerebbe essersi fermato e, qualora la stagione estiva dovesse segnare una ripresa, le prospettive di lungo periodo tornerebbero positive, perché supportate dalla crescita della cultura birraria e dalla solida reputazione del prodotto brassicolo italiano, come testimoniato dalle ricerche e dai mercati”.
Comunque ottimista si è detto il Presidente di AssoBirra, Alfredo Pratolongo: “Per il futuro rimango positivo perché la birra in Italia è ormai diventata una bevanda da pasto, identificata con la convivialità informale, apprezzata per le sue caratteristiche di leggerezza, versatilità, naturalezza e basso contenuto alcolemico, oppure analcolica. Quest’ultimo, non è un fattore da sottovalutare, perché a monte delle libere scelte di consumo – a tavola e non – la birra è una scelta di piacere che consente di consumare quantità di alcol certe e moderate o nulle e, al contempo, di godere di un gusto rinfrescante e definito, frizzante e piacevolmente amaro, che valorizza per contrasto o assonanza i più diversi piatti e ingredienti e l’eterogenea ricchezza di sapori del patrimonio culinario italiano”.
Per Pratolongo poi “la capacità di innovare degli imprenditori, sia a livello di prodotto che nelle strategie di sostenibilità, permette di rispondere alle esigenze dei consumatori, attuali e prospettiche… Le aziende hanno investito in tecnologie avanzate e pratiche sostenibili, valorizzando i territori e il patrimonio culturale del nostro Paese, portando la birra ad essere oggi una bevanda da pasto integrata nelle abitudini degli italiani e un’icona della convivialità…”.
Alla presentazione del Rapporto è intervenuto anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso secondo cui “quello della birra è un settore del Made in Italy che si è sviluppato soprattutto negli ultimi 20 anni. Un comparto che sta investendo molto in innovazione del prodotto e che oggi affianca sempre più, e completa, l’offerta delle bevande che già realizziamo nel nostro Paese. A tal riguardo, penso sia importante ricordare quello che abbiamo fatto per le produzioni italiane, e ormai la birra è una di queste, con la legge quadro sul Made in Italy che sta dispiegando i suoi effetti sul tessuto artigianale e industriale.
“Anche il settore brassicolo –ha proseguito Urso – potrà rafforzarsi e innovarsi ulteriormente beneficiando del piano transizione 5.0 che coniuga per la prima volta in Europa transizione digitale, energetica e ambientale, con oltre 13 miliardi di crediti fiscali utilizzabili dalle imprese nel biennio 2023-24”.
Il comparto italiano della birra occupa ad oggi oltre 100 mila operatori in 1.012 realtà del settore tra birrifici, microbirrifici e malterie e crea un valore condiviso di 10,2 miliardi di euro, equivalente allo 0,54% del nostro Pil.
Tra gli interventi che integrano il Report, anche quello di Flavia Morelli, Group Exhibition Manager Food & Beverage division di IEG che dopo aver ricordato la pluriennale collaborazione tra Italian Exhibition Group e AssoBirra soprattutto nell’ambito della manifestazione Beer&Food Attraction, ha sottolineato gli aspetti di socialità legati al consumo di birra e gli sforzi dei produttori nazionali per il progressivo miglioramento e l’affermazione del prodotto Made in Italy.
“Oggi quando il consumatore si reca in un locale non lo fa per bere o mangiare in sé, quanto meno non solo: ciò che desidera sempre più è vivere un’esperienza. Perciò è attento alla qualità di ciò che consuma, come pure all’ambiente che lo circonda, al servizio con cui viene accolto e incuriosito dalle novità che gli vengono proposte.
“In questo senso, – ha proseguito Morelli – notiamo con soddisfazione come la proposta brassicola italiana attiri sempre più l’interesse di quegli operatori esteri che, visitando Beer&Food Attraction, sono anno dopo anno colpiti dalla varietà e creatività delle produzioni birrarie dei nostri produttori, come dalla ricchezza e originalità degli ingredienti che vengono utilizzati. Il Made in Italy birrario si sta negli ultimi anni guadagnando riconoscibilità internazionale e popolarità ormai sul punto di eguagliare quelle di altre icone nostrane della filiera agroalimentare. E, di un tale risultato, non si può che essere soddisfatti e orgogliosi”.
L’edizione 2025 di Beer&Food Attraction è in programma dal 16 al 18 febbraio alla Fiera di Rimini.