Un'immagine della mostra HeART Matters al Sigep

L’arte del dolciario a Sigep sconfina nell’arte contemporanea. Tra i padiglioni della fiera, in questi giorni, non ci si imbatte solo nei migliori pasticceri, gelatieri e chef del mondo, ma capita anche di incontrare alcuni artisti contemporanei davvero interessanti. Da Anderson Tegon, ex giocatore di basket, oggi Art Director del collettivo Pepper’s Ghost, ad Aurora Thomo, artista davvero originale che interpreta l’arte sugli aromi e le forme più inaspettate del caffè.

Aurora Thomo espone in fiera The Golden Bean, un chicco di caffè altro 1 metro e mezzo, fatto con più di 40 mila chicchi di caffè

Aurora espone in fiera The Golden Bean (pad. D3), un chicco di caffè alto… 1 metro e mezzo, realizzato con più di 40mila chicchi di caffè, selezionati da due qualità di monorigini, Arabica Brasile Alta Mogiana e Robusta India Kapy Royal. Per metterli insieme e formare il grande chicco di caffè, l’artista le ha lavorato come a un mosaico, perché “ogni chicco ha la sua forma, ed è unico”. Al centro, l’opera è attraversata da un solco in foglie d’oro zecchino 24 carati, applicate una ad una. “Il procedimento di lavoro è molto lungo, solo per il solco centrale, ho usato 326 chicchi di caffè in sei ore e 27 minuti e probabilmente alcuni litri di Attack…” sorride. L’opera è candidata da pochi giorni al Guinness dei primati e all’esposizione al MoMa di New York.

Aurora Thomo con The Golden Bean

Come le è nata questa passione per il caffè? “Me l’ha trasmessa la mia nonna, albanese, che già quando avevo cinque anni, mi faceva assaggiare del caffè, naturalmente allungandolo. Però mi ha trasmesso una vera passione che dura tuttora”. Aurora inizia così a studiare il caffè, dalla produzione alla lavorazione e alla degustazione e scopre la sua vena creativa. “Quando diciamo ‘mi faccio un caffè’ spesso non conosciamo tutta la lavorazione che c’è dietro, le ore di lavoro, la cultura dell’incontro che ci stanno dietro. Il caffè significa stare insieme, quindi è anche sinonimo di pace”.

Anderson Tegon: “Arte e basket sono molto simili, in entrambi devi dare tutto per diventare davvero te stesso”

Gioca invece con le parole ‘arte’ e ‘cuore’ la mostra esposta allo stand del Gruppo Musetti (Pad. D3, stand 62), dal titolo HeART MATTERS, the infinity experience by Anderson Tegon. Ed è sempre il caffè come luogo d’incontro tra le persone ad aver ispirato l’artista. Al centro è sempre il cuore, che dà il là alla mostra immersiva, con i battiti cardiaci di un bimbo, accompagnati alle immagini di un cuore. Perché ‘il cuore conta’: ‘heart matters’.

Come sei arrivato all’arte dal basket? “Arte e basket sono molto simili, in entrambi devi dare tutto per diventare davvero te stesso. Posso dire che faccio arte perché mi sento me stesso”.

Anderson Tegon